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Val di Funes

by admin

Dalla Valle Isarco, Alto Adige, procedendo verso oriente si incontra una gola tra le alture e, oltre quella, una valle ampia circondata da montagne pallide dal profilo frastagliato: sono le Odle l’immagine e il simbolo della Val di Funes.

Le Odle, parte delle Dolomiti, patrimonio dell’umanità UNESCO, sono considerate dagli abitanti della valle, senza troppa modestia, il più bel gruppo delle dolomiti per il loro profilo classico e le caratteristiche pareti merlettate.

Tutta l’area è parte del Parco Naturale Puez Odle è uno dei parchi naturali più importanti dell’Alto Adige. Si estende per 10.722 ettari, abbracciando, oltre alla Val di Funes, la Val Badia e la Val Gardena.
L’altitudine media del parco è di circa 2500 metri.

La flora è ricca, tipicamente dolomitica: lariceti, pini cembri, le peccete del Putia. In primavera fioriscono crochi, pulsatille e soldanelle. Salendo di altitudine potrete trovare stelle alpine, campanule, genziane e spilloni alpini.
La fauna tipica include: il camoscio, il capriolo, la marmotta, il cervo e, se si sale abbastanza, l’aquila reale.

Il comune di Funes che comprende gran parte del territorio della valle omonima, è composto da San Pietro che è sede comunale e le località di Tiso e Santa Maddalena. Più piccole sono: San Valentino, San Giacomo, Colle e Valluzza.

A Santa Maddalena è situato il centro visite del parco, che oltre ad offrire informazioni, organizza escursioni e conduce il visitatore alla scoperta della storia del parco.
Il luogo è un’oasi naturalistica, che offre tranquillità, nordic walking, escursioni e arrampicate in estate, sci, ciaspolate, slittino in inverno, bellezza per gli occhi tutto l’anno.

Qui trascorse la giovinezza e mosse i suoi primi passi da alpinista il grande Reinhold Messner, che già poco più che bambino, si allenava su queste cime niente affatto semplici da domare.

Degna di menzione l’appartenenza di Funes alle “Perle delle alpi”, network che comprende diciannove comuni di cinque diverse nazioni che propongono un turismo a “mobilità dolce”, ovvero lento, prevalentemente a piedi o in bicicletta, all’occorrenza con mezzi elettrici messi a disposizioni dai comuni, sempre ecologico.

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